UN EMENDAMENTO ABROGATIVO DA ABROGARE
Nei giorni scorsi è apparsa la notizia che il presidente della commissione industria del Senato Cesare Cursi insieme al collega Sergio Vetrella, entrambi del Pdl, hanno presentato un emendamento abrogativo al disegno di legge “sviluppo” n. 1195, relativo al divieto di clausole contrattuali esclusive (monomandato) nella distribuzione dei prodotti assicurativi dei rami danni e al diritto di recesso annuale nei contratti di durata poliennale. Questa notizia non può che lasciare stupefatti: un’importante riforma di un mercato che si è sempre caratterizzato per i vincoli e le protezioni andrebbe cancellata senza capirne i vantaggi. Se infatti andiamo ad analizzare i benefici di tale iniziativa non possiamo che concludere che è soltanto a vantaggio delle Compagnie di Assicurazione. Non è a vantaggio degli Agenti i quali si ritroverebbero vincolati ad una “esclusiva” tra l’altro dopo un periodo di libertà e quindi con una Mandante che vorrà rivedere gli accordi e terrà sicuramente conto dei comportamenti tenuti in quel periodo dai singoli Agenti. Inoltre, gli investimenti le iniziative aggregative avviate nel corso di questi ultimi due anni dagli Agenti più intraprendenti per arricchire la loro proposta verranno vanificate. Non è a vantaggio dei Consumatori i quali devono poter avere sempre più possibilità di scelta e soltanto tramite un mercato aperto questo potrà avvenire. Non è un vantaggio per i Brokers che si troverebbero il mercato sempre più bloccato dalle compagnie, con minore possibilità di offerta al consumatore . Quindi a vantaggio di chi questa riforma? Incredibile poi che il Legislatore possa motivare la indisdettabilità dei contratti poliennali in cambio di sconti per durata. Stiamo tornando indietro di 20 anni facendo passare per un vantaggio qualcosa che non potrà essere mai quantificato per il consumatore! Basterebbe infatti conoscere appena il mercato per capire che oggi le tariffe sono solo dei punti riferimento e il premio è frutto della trattativa e della concorrenza. Invece sicuramente nei saloni dell’ Ania si brinderà al ritorno di un passato dove gli Agenti erano strettamente vincolati alle politiche commerciali delle Mandanti con minacce di revoche “ad nutum” laddove veniva scoperto che il proprio agente offriva polizze di altre compagnie perché ritenute migliori. Ancor più brinderanno all’insipienza dei nostri rappresentanti politici che riammettono il mono mandato in contrasto con la posizione dell’Unione Europea che ha archiviato il ricorso tanto sbandierato dall’ANIA presentato al momento dei Decreti Bersani e permettendo così di ricostruire quelle protezioni che non consentirebbero agli Assicuratori Europei di entrare nel mercato italiano. Pensate che regalo: tutti i contratti poliennali attualmente in corso si andrebbero a consolidare per cinque anni, permettendo così alle compagnie di patrimonializzarli e di trattare i sinistri con la certezza che i consumatori insoddisfatti non potranno utilizzare l’arma della disdetta! Pensate al consumatore, sia esso privato o pubblico, a quale vincolo dovrà sottostare senza avere possibilità di cambiare assicuratore, durante il corso della polizza la riforma della stessa allunga di fatto la durata. Come Associazione ci domandiamo come sia possibile che, incuranti di una nota dell’Antitrust del giugno scorso dove si lamentava l’arretratezza del settore assicurativo in termini di concorrenza, e ancora ciechi di fronte all’evolversi dei mercati internazionali ed in particolare al mercato europeo, ci sia ancora chi anziché esprimere con i propri atti le riforme per un mercato più libero e concorrenziale, ci possano far temere un così grave passo indietro.