Il rapporto tra un padre titolare di una società di brokeraggio
e il figlio che vuole entrare nell’azienda di famiglia. Una lettura da consigliarsi a chi vuol
dare le necessarie informazioni a elementi nuovi da inserire nella propria struttura e a
chi ritiene utile ricordare i passi essenziali dell’attività.
"Diploma conseguito, vacanze finite, università da identificare: e adesso cosa pensi di fare?"
chiese Giuseppe, titolare di una nota società di brokeraggio assicurativo, al figlio Giacomo una mattina di inizio settembre.
"Pensavo di cominciare a frequentare l’azienda di famiglia" rispose Giacomo con allegria
"Non è poi così facile e scontato: se non vuoi andare oltre agli aspetti meramente amministrativi
si può cominciare da subito, ma se vuoi anche occuparti di intermediazione bisogna prima programmare
ed eseguire determinati passi."
"Cosa intendi per intermediazione?"
"Non è una definizione mia ma è prevista nel Codice delle Assicurazioni del 2005 - dai una occhiata almeno al
titolo IX - che precisa come l'attività di intermediazione assicurativa e riassicurativa consista nel presentare
o proporre prodotti assicurativi e riassicurativi o nel prestare assistenza e consulenza finalizzate a tale attività
e, se previsto dall'incarico intermediativo, nella conclusione dei contratti ovvero nella collaborazione alla gestione
o all'esecuzione, segnatamente in caso di sinistri, dei contratti stipulati."
"Non posso quindi incominciare ad occuparmi di questo, che mi pare il core business della nostra attività?"
"Per poter esercitare l’attività di intermediazione devi rispettare delle regole precise: checché se ne dica
nel parlar comune, chi si occupa di intermediazione assicurativa deve essere un professionista e deve essere
formato e istruito opportunamente."
"Che vuol dire formato e istruito?"
"Vuol dire che obbligatoriamente, così come già previsto dal Regolamento IVASS 5 del 2006 -
anche questo merita una lettura - è necessario, prima di iniziare l’attività di intermediazione,
fare dei corsi per un totale di 60 ore su materie fissate dall’IVASS stesso. L’IVASS è l’Istituto
di Vigilanza che fino al 2012 si chiamava ISVAP e che oggi è sotto il controllo della Banca d’Italia."
"E come posso fare questa formazione?"
"La nostra associazione di categoria ha predisposto specifici corsi su una apposita piattaforma di e-learning,
utilizzabile sul tuo computer, completati i quali dovrai sostenere un esame; superandolo potrai incominciare ad occuparti
di intermediazione."
"Ma seguire questi corsi è un puro balzello burocratico?"
"Direi proprio di no. I corsi sono strutturati in diverse aree così come previsto dal Regolamento IVASS
6 del 2014 - dai un’occhiata anche a questo - e costituiscono un’utile formazione generale che spazia dagli
aspetti giuridici a quelli tecnici e da quelli amministrativi a quelli informatici."
"Sembra essere interessante. Ma una volta superati questi corsi posso finalmente occuparmi di intermediazione?"
"Quasi. Sto scherzando, ma in effetti c’è ancora qualcosa da precisare, che sarà condivisibile o
meno ma da cui non si può prescindere. Quando avrai passato l’esame su quei corsi, nella sede
della nostra associazione, potrai contattare i nostri clienti presenti e futuri ma solo rimanendo
all’interno dei nostri uffici."
"Quindi mi vuoi dire che se un cliente mi verrà a trovare in ufficio posso trattare delle sue polizze assicurative,
me se mi inviterà a recarmi nei suoi uffici devo rifiutare?"
"Sostanzialmente è proprio così. Per poter svolgere l’attività di intermediazione anche all’esterno
dei locali della sede, dovrai iscriverti al RUI, il Registro Unico degli Intermediari. Il RUI è diviso
in varie sezioni: la A per gli Agenti, la B per i Broker, la C per i collaboratori delle Compagnie,
la D per le banche e gli enti finanziari e la E per i collaboratori degli intermediari.
Ed è appunto alla Sezione E che dovrai iscriverti se vorrai incominciare a fare intermediazione in maniera completa."
"E tu sei iscritto a questa Sezione?"
"No, io sono nella Sezione B, quella dei Broker, dei quali gli iscritti alla Sezione E possono essere collaboratori.
La mia posizione deriva dal fatto che io ero a suo tempo iscritto nell’Albo Broker, albo che ha preceduto il RUI,
e nel 2006 c’è stata la possibilità di iscrizione nel neonato Registro di quanti erano presenti in quel momento
nell’Albo Broker."
"E c’era anche un Albo Agenti?"
"Sì certo, nato prima dell’Albo Broker. Ricorda che gli "agenti" sono intermediari che agiscono in nome o
per conto di una o più imprese di assicurazione o di riassicurazione mentre i "mediatori o broker" sono intermediari
che agiscono su incarico del cliente e non hanno poteri di rappresentanza di imprese di assicurazione o di riassicurazione
e che comunque non si può essere iscritti a più di una sezione del RUI."
"E se anch’io volessi entrare a far parte della sezione dei Broker?"
"Per te oggi la situazione è più difficile: per essere iscritto alla Sezione B del RUI, fare il Broker ed eventualmente
anche succedermi alla guida dell’Azienda - in un futuro che spero lontano - dovrai superare un esame di stato che l’IVASS
organizza ogni anno. Tale prova di idoneità consiste in un esame scritto articolato in quesiti a risposta multipla e verte
su materie quali il diritto delle assicurazioni, inclusa la disciplina regolamentare emanata dall’IVASS, la disciplina
della previdenza complementare, la disciplina dell’attività di agenzia e di mediazione, la tecnica assicurativa,
la disciplina della tutela del consumatore, le nozioni di diritto privato e le nozioni di diritto tributario riguardanti
la materia assicurativa e la previdenza complementare.
"Difficile da superare?"
"Abbastanza, anche perché basato talvolta su argomenti che non fanno parte del quotidiano della nostra attività;
credo che anch’io oggi farei fatica a superarlo, ma tu sicuramente, con l’utilizzo dei necessari supporti, non dovresti
aver problemi eccessivi. Ma comunque le necessità di formazione e aggiornamento non finiscono qui; anche tu, come
d’altronde anch’io, dovrai fare 60 ore di aggiornamento a biennio con un minimo di 15 ore annue - dai un’occhiata ancora
al regolamento IVASS 6 del 2014. E dovrai comunque essere sempre in possesso di requisiti di onorabilità quali il godere
dei diritti civili, non aver riportato specifiche condanne, non essere stato dichiarato fallito, ecc."
"Potrei far finta di nulla e non iscrivermi al RUI…"
"Scelta disinvolta, ma molto pericolosa. Il Codice delle Assicurazioni Private, che ti ho già citato, prevede
espressamente che chiunque esercita l'attività di intermediazione assicurativa o riassicurativa in difetto di
iscrizione al registro è punito con la reclusione da sei mesi a due anni e con la multa da euro diecimila a euro centomila.
"D’accordo, anche senza essere un assicuratore ritengo lo si possa stimare un rischio eccessivo..."
"Si, tanto più che l’IVASS prevede la radiazione per l’esercizio dell’attività di intermediazione per il tramite
di addetti non iscritti al registro operanti al di fuori dei propri locali; non sarebbe proprio il caso che, oltre
le tue conseguenze penali e amministrative, dovessimo subire la chiusura dell’azienda!"
"Ma allora è una cosa seria…"
"Spiritoso! Certo che lo è, così come sono serie le modalità tecniche e amministrative della nostra professione,
la necessità di essere coperto dalla polizza di RC Professionale, i diversi aspetti operativi: ne parleremo a lungo
man mano che diventerai sempre più operativo e dovrai fronteggiare le vaste problematiche di questa professione.
Per intanto ricorda che esistono delle regole generali di comportamento quali l’osservare la diligenza, correttezza,
trasparenza e professionalità nei confronti dei contraenti e degli assicurati, il rispettare le disposizioni legislative
e regolamentari, l’acquisire le informazioni necessarie a valutare le esigenze assicurative e previdenziali dei
contraenti e operare in modo che questi ultimi siano sempre adeguatamente informati, agendo senza recare
pregiudizio ai loro interessi e garantendo la riservatezza delle informazioni acquisite. Queste regole,
espressamente previste dall’ormai a te noto Regolamento 5 del 2006, sono assolutamente cogenti e ad esse
deve conformarsi tutta la nostra attività. E a queste si aggiungono quelle sui conflitti di interesse."
"Conflitti di interesse???"
"Certo. Gli intermediari, in funzione dell’attività svolta e della tipologia dei contratti offerti,
devono evitare di effettuare operazioni in cui hanno direttamente o indirettamente un interesse in conflitto,
anche derivante da rapporti di gruppo o da rapporti di affari propri o di società del gruppo.
Devono quindi proporre contratti e suggerire modifiche contrattuali, o altre operazioni, nell’interesse
dei contraenti alle migliori condizioni possibili, operare al fine di contenere i costi a carico dei contraenti
e ottenere il miglior risultato possibile in relazione agli obiettivi assicurativi, astenendosi da ogni
comportamento che possa avvantaggiare alcuni clienti a danno di altri. Come incomincerai a renderti conto,
la nostra attività non deve essere quella dei venditori di polizze, che tanto ha dato origine a battute
sarcastiche e scarsa considerazione, ma porsi quale professione di elevato contenuto tecnico e sociale,
coniugando gli aspetti di consulenza, mediazione e servizio."
"È perciò basilare quanto offriamo ai nostri clienti…"
"Assolutamente sì. Tra quanto previsto da quel Regolamento 5 del 2006 a cui finirai per affezionarti -
scusa l’ironia - c’è anche il principio di adeguatezza dei contratti offerti. È lì che si sottolinea come,
in ogni caso, gli intermediari siano tenuti a proporre o consigliare contratti adeguati in relazione alle
esigenze di copertura assicurativa e previdenziale del contraente. E che a tal fine, prima di far sottoscrivere
una proposta o un contratto di assicurazione, devono acquisire dal contraente ogni informazione che ritengano
utile in funzione delle caratteristiche e della complessità del contratto offerto. Approfondiremo in seguito
le conseguenze di carattere formale di tale impostazione, ma questo principio deve esserti chiarissimo.
Anche perché da esso derivano molti aspetti di responsabilità che ci coinvolgono."
"Quindi la responsabilità di quanto facciamo è ampia e di tipo professionale…"
"Eccome. La nuova impostazione - io uso il termine nuova con riferimento al Codice delle Assicurazioni
Private del 2005 e a quanto a esso seguito - ha comportato quasi un’inversione dell’onere della prova.
Una volta, con una minor frequenza di casi, era il cliente che doveva dimostrare di aver subito un danno
a causa della malpractice del broker e che quindi il responsabile era il broker stesso; adesso il cliente
deve sì dimostrare di aver subito il danno, ma è spesso è il broker a dover dimostrare la sua innocenza:
credo ti apparirà chiara la sostanziale differenza…"
"Se volevi un po’ spaventarmi ci stai riuscendo…"
"Non volevo spaventarti ma evidenziarti alcuni aspetti di cui tener conto. Tra le regole da affrontare troverai,
ad esempio, anche l’antiriciclaggio e la privacy, ma non di spavento deve trattarsi ma solo di evitare
la sottovalutazione. Per poter svolgere correttamente il core business del nostro lavoro - quella consulenza,
mediazione e servizio di cui ti ho accennato - traendone possibilmente sufficienti ricavi, è necessario applicare
le metodologie di Risk Management prima di tutto alla nostra stessa azienda, non nascondendo la testa sotto la
sabbia per non vedere oneri e responsabilità ma approfondendone i vari aspetti al fine di poterli gestire
razionalmente, diminuendo i rischi e contenendo i costi, proprio come dobbiamo fare con i nostri clienti.
Tutto ciò va naturalmente visto nel contesto concreto del mercato, nei rapporti con i nostri concorrenti e
con le Compagnie, ma sempre tenendo presenti le regole del gioco: evitare di conoscerle per non applicarle
potrà forse nel breve periodo dare qualche effimero vantaggio, ma nel tempo medio-lungo sarà facile incorrere
in problemi di difficile soluzione, che possono comportare conseguenze sulla vita stessa della nostra azienda.
Non dimenticare che il nostro lavoro ha un respiro europeo e che concorrenti e compagnie non necessariamente
devono essere nazionali, ma sono spesso espressione di realtà di altri paesi con cui sarà necessario confrontarsi."
"Mi par di capire che sia la professionalità il requisito primario da cui non si può prescindere…"
"Se si vuole avere delle prospettive anche nel lungo periodo, credo proprio di sì. Le nuove normative che
si affacciano in ambito europee, e che saranno ratificate anche dal nostro paese, sembrano andare in quella
direzione; probabilmente la tipologia stessa delle Società di brokeraggio è destinata a cambiare, necessitando
sempre più di conoscenze e specializzazione. Ma anche di questo parleremo meglio quando incomincerai a calarti
nella nostra realtà e quelle normative avranno concreti sviluppi."
"Quindi adesso cosa posso fare?"
"Inizia dal corso di formazione, a cui potrai iscriverti contattando la nostra associazione. Come ti ho
accennato ti potrà essere sicuramente utile per avere le prime basi giuridiche del contratto di assicurazione,
delle regole generali degli intermediari, della vigilanza nel settore assicurativo e della tutela del consumatore.
Troverai anche degli elementi di tipo amministrativo riferiti alla contabilità, alla gestione dei sinistri, alle
procedure e modalità distributive e così via. Particolarmente importante è poi la parte relativa ai rami tecnici,
di ognuno dei quali è dato un riferimento più o meno approfondito a seconda della loro importanza e frequenza di
utilizzo, con anche una trattazione sugli aspetti riassicurativi. Ci sono anche cenni all’area informatica e non
vengono tralasciati aspetti di grande attualità, quali il terrorismo, i rischi catastrofali e i cyber risk, così
come altri argomenti particolari quali Mergers and Acquisitions e impatti reputazionali."
"Impegno ampio ma non privo di lati interessanti, mi pare. E poi?"
"Superato il relativo esame potrai iscriverti alla Sezione E del Registro e, ad iscrizione avvenuta, potrai
incominciare a fare il Broker e a renderti conto di quanto si nasconda dietro questa parola talvolta abusata.
Nel frattempo potrai frequentare i nostri uffici dall’amministrazione ai sinistri e ai diversi settori assuntivi.
E non dimenticarti di fare frequenti visite al mio di ufficio, così potremo continuare a chiacchierare e a
chiarire quanto ti fosse oscuro. Permettimi per ora di citare Einstein: Non insegno mai nulla ai miei allievi.
Cerco solo di metterli in condizione di imparare. E arrivederci a presto."
(fine prima puntata…segue)
Mario Ferrari ACB