L’OMS parla di pandemia quando un nuovo agente patogeno per il quale le persone non hanno immunità si diffonde rapidamente e con facilità in una zona molto più vasta e diffusa rispetto a quella solitamente interessata da un’epidemia.
Il virus Sars non venne dichiarato pandemico dall’OMS nonostante avesse interessato 26 Paesi in quanto la sua diffusione fu contenuta rapidamente e poche nazioni ne furono significativamente colpite.
L’epidemia coronavirus è in realtà una tragedia annunciata: sono anni (l’ultima volta nel 2019) che l’OMS annuncia una nuova epidemia virale/influenzale come una delle 10 principali minacce globali nei prossimi anni.
Il coronavirus è il cigno nero del 2020
Il Covid-19 sta emergendo come il nuovo “cigno nero”, cioè un evento imprevisto e imprevedibile, che può cambiare la storia o, in ogni caso, l’esperienza collettiva di una comunità”.
Per “cigno nero” si intende un evento non prevedibile, con impatti notevolmente rilevanti per il sistema su cui impatta.
Il poeta latino Giovenale (I-II secolo d. C.) negava l’esistenza del cigno nero che fu poi scoperto in Australia verso la fine del Seicento.
IMPATTI SULL’AMBIENTE
I dati ci dicono che con le restrizioni alla circolazione introdotte per combattere la diffusione del Covid-19, l’inquinamento in atmosfera si è decisamente ridotto.
Ciò che si osserva è che bloccando la circolazione diminuiscono immediatamente le emissioni e le concentrazioni di NO2 – Diossido d’azoto.
Allo stesso modo diminuiscono le emissioni di particolato da traffico automobilistico, anche se va ben considerato il contemporaneo possibile incremento delle emissioni dovute all’utilizzo di riscaldamento domestico e in particolare all’utilizzo di pellet come combustibile, vista la maggiore presenza di persone in casa.
I livelli di smog si sono ridotti quando le fabbriche hanno chiuso (la media dei giorni con 'aria pulita' è crescita del 21% a febbraio) e le immagini satellitari mostrano un calo significativo dell'inquinamento atmosferico anche in Italia.
Ma guardando oltre la pandemia di Covid-19, ricercatori e scienziati già avvertono che il successivo rilancio delle attività economiche rischia di far tornare tutto come prima in termini di inquinamento, se non si ha consapevolezza che occorre mettere in campo metodi innovativi e più rispettosi dell'ambiente.
IMPATTI SULL’ECONOMIA
La pandemia di Covid-19 e le necessarie misure di restrizione conseguenti al lockdown hanno avuto un impatto devastante sull’economia italiana (e mondiale).
L’impatto economico e sociale, che ha fatto seguito a uno shock, ha colpito alcune importanti componenti della domanda (turismo, trasporti, lusso, Made in Italy e gran parte del commercio).
Poi si è trasformato in un circolo vizioso con pesanti effetti negativi sull’occupazione e sulla stessa sopravvivenza di componenti rilevanti dell’apparato produttivo, sarà una recessione in grado di coinvolgere gran parte del mondo e pronta a trasformarsi in stagnazione o depressione per i sistemi più deboli.
Nel breve termine la risposta all’emergenza sanitaria e il contenimento della sofferenza economico-sociale devono rappresentare le priorità delle politiche fiscali nazionali.
Nell’euro area (EA), grazie ai massicci interventi della Banca centrale europea (BCE), anche i paesi con preesistenti abnormi rapporti debito pubblico/Pil (come è il caso dell’Italia) possono realizzare consistenti aumenti della loro spesa pubblica.
Sarà quindi possibile sostenere i crediti bancari alle imprese della manifattura e dei servizi, utilizzando il canale monetario di trasmissione (varie forme di ‘quantitative easing’).
Nel medio-lungo periodo soprattutto l’Italia e i pochi altri paesi dell’EA con un preesistente alto debito pubblico avranno il problema di riassorbire tale debito che sarà stato ulteriormente e fortemente incrementato dagli inevitabili interventi fiscali, dettati dall’impatto del coronavirus.
L’aggiustamento sarà imposto non tanto dalle regole fiscali europee, oggi sospese, quanto dalla necessità di trovare sui mercati finanziari un’adeguata domanda per le crescenti emissioni dei propri titoli di debito pubblico.
IMPATTI SULLE PERSONE
L’emergenza porta in primo piano la prima cosa da proteggere: la salute.
Pensiamo al boom, obbligato, dello smart working.
La paura, più o meno giustificata, segnala un crescente bisogno di protezione.
I MILLENNIALS
Da una ricerca dell’Italian Insurtech Association (IIA) sulla relazione tra Millennials e assicurazioni nel post-Covid, tra i macro-trend evidenziati viene alla luce, oltre ad una crescente domanda per assicurazioni Vita, Salute e Protezione Reddito, anche la richiesta da parte delle generazioni più giovani di prodotti semplici e intuitivi, caratterizzati da un buon rapporto qualità-prezzo.
La maggior parte degli intervistati ha dichiarato di non avere dimestichezza con il mondo assicurativo, ma di essere disposta a dare fiducia a compagnie pronte a soddisfare i propri bisogni.
Le caratteristiche maggiormente valutate nel processo di acquisto sono prezzo (75%) e chiarezza del prodotto (58%), ma anche semplicità (21%) e processo di acquisto intuitivo (11%).
IMPATTI SULLE ASSICURAZIONI
Nella maggior parte dei casi, le coperture assicurative non coprono eventi in presenza di una pandemia.
La pandemia è una situazione sui generis perché, a differenza di catastrofi naturali e attentati terroristici, non è localizzata in un luogo specifico (ovunque) ed è impossibile calcolarne la durata (non sappiamo quando finisce).
Per quanto riguarda l’analisi delle coperture assicurative, queste vengono distinte a seconda dei particolari rami.
VITA INFORTUNI E MALATTIE
Chiaramente, le polizze relative a Vita e Malattia sono state tra quelle più direttamente coinvolte: l'impatto maggiore sarà dovuto all'aumento dei ricoveri ospedalieri e del costo economico delle spese sanitarie.
L'impatto dipenderà anche dal sistema sanitario di ciascun Paese. In Italia, dunque, l’impatto sarà molto minore che altrove (es. USA).
La legge n. 27/2020 ha previsto la copertura INAIL per chi contrae un’infezione in occasione di lavoro.
L’INAIL ha fatto sapere che l’onere della prova è a carico dell’assicurato, a eccezione di alcune categorie professionali a elevato rischio per le quali è prevista una presunzione semplice di contagio d’origine professionale con conseguente inversione dell’onere della prova a carico dei datori di lavoro.
Dimostrare che l’infezione sia avvenuta in occasione di lavoro è tuttavia complicato.
I 300 infortuni o contagi sul lavoro al giorno registrati dall’INAIL, di cui almeno dieci mortali, hanno generato allarme tra i datori di lavoro per il rischio di responsabilità oggettivo costringendo l’INAIL ha precisare che:
“il datore di lavoro risponde penalmente e civilmente delle infezioni di origine professionale solo se viene accertata la propria responsabilità per dolo o per colpa”, cioè se non ha rispettato le norme antinfortunistiche, ivi comprese quelle contenute nei decreti emanati dal Governo.
PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Le soluzioni previdenziali di tipo complementare, che si basano sul capitale investito, stanno subendo sempre più la pressione generata dall’attuale contesto di bassi tassi di interesse.
La pandemia di Covid-19 ha ulteriormente acuito questa tendenza spingendo ancor più al ribasso i rendimenti.
VIAGGI E TURISMO
Tra i settori maggiormente in crisi c’è quello turistico, che vede una pesante flessione a causa di circa 50,000 prenotazioni di viaggi cancellate e oltre 10,000 preventivi già annullati.
Ciò ha interessato viaggi non solo verso Cina ed Estremo Oriente, ma anche verso altre mete dove il CoViD-19 ha generato altri focolai.
Questa tipologia di assicurazione normalmente prevede la copertura delle spese di annullamento del viaggio nonché delle spese mediche o ospedaliere d'urgenza o decessi accidentali.
Molte di tali polizze, però, escludono espressamente l’epidemia o la pandemia.
RESPONSABILITA’ CIVILE AUTO
In base alle recenti disposizioni (Decreto Cura Italia) in merito all’emergenza COVID-19, le Compagnie hanno esteso di ulteriori 15 giorni il periodo di copertura (oltre ai 15 normativamente già previsti).
Questo significa che, a contratto scaduto, la copertura risulterà ancora attiva per i successivi 30 giorni.
In base alle ulteriori disposizioni si può richiedere la sospensione della polizza.
Tale sospensione è totalmente gratuita e si aggiunge (senza sostituirla) a quella contrattualmente già prevista.
Durante questo periodo di sospensione, il veicolo non può circolare né stazionare su strada pubblica o su area equiparata a strada pubblica, in quanto temporaneamente privo di copertura.
BUSINESS INTERRUPTION
I danni da interruzione di attività (business interruption: Bi), in gergo assicurativo chiamati danni indiretti, sono i mancati guadagni derivanti da un arresto dell’attività, sia esso totale o parziale.
Senza dubbio la maggior parte delle aziende sono state costrette a sospendere le loro attività, o ad operare in condizioni di estrema difficoltà.
La Bi è un utile strumento volto a mitigare i (drammatici) riflessi economici derivanti dalle situazioni di sofferenza che scontano le imprese in conseguenza del lockdown e della cessazione (o della notevole contrazione) delle proprie attività con azzeramento (o forte riduzione) dei flussi di cassa in entrata.
Purtroppo però Il perimetro di efficacia della copertura Bi dipende dalla circostanza che abbia trovato applicazione la copertura contro i danni materiali diretti, mentre nel caso di interruzione di attività a causa della pandemia non c’è il danno diretto, per cui non è previsto, a termini di contratto, il ristoro di danni di questa natura.
CONCLUSIONE
La pandemia può essere un fattore propulsivo dell’innovazione di prodotto.
Al di là delle misure a carattere straordinario assunte, è necessario che l’industria assicurativa faccia tesoro delle carenze di protezione emerse, dei cambiamenti nei rischi finanziari e macroeconomici e dell’evoluzione dei rischi operativi, per dare una risposta alle esigenze di risparmio e di protezione della clientela.
Gian Franco Franzosini – Broker