COPPIE DI FATTO I CONSIGLI DI GNP
In Italia sono ormai diversi gli uomini e le donne che, specialmente tra i più giovani, decidono di non riconoscere legalmente il proprio impegno pur vivendo a tutti gli effetti come una coppia sposata. In termini burocratici, sono persone unite da “legami affettivi di coppia e di reciproca assistenza morale e materiale, non vincolate da rapporti di parentela, affinità o adozione, da matrimonio o da un’unione civile”.
Le unioni al di fuori del matrimonio rappresentano quindi un tema caldo: secondo l’ultima rilevazione ISTAT disponibile, queste coppie sono ormai una realtà pari a 1,1 milioni. Pur rappresentando una parte sempre più consistente della popolazione e nonostante il Ddl in materia ora in discussione alla Camera dopo l’approvazione del Senato, le coppie di fatto non godono tuttavia ancora di un riconoscimento giuridico né di una legislazione ad hoc. E questo crea, specialmente nel caso di relazioni stabili, a distanza di anni, situazioni che possono rivelarsi critiche soprattutto a livello previdenziale e anche finanziario. Sono numerose le storie di persone che dopo aver condiviso la vita con il proprio compagno, condividendone anche gli oneri economici, alla morte dello stesso ed in mancanza di opportuni accorgimenti si ritrovano del tutto estranee rispetto alle vicende economiche e patrimoniali del de cuius, e che in tanti casi influiscono direttamente anche sulla propria.
Secondo un’indagine condotta da GFK Eurisko, la gran parte delle coppie non sposate si troverebbe ad affrontare potenziali difficoltà economiche qualora il partner venisse a mancare, ma nonostante ciò soltanto il 16% ha adottato adeguate strategie di tutela. Se una disgrazia coinvolge il compagno ci si ritrova, con buona probabilità, senza un paracadute economico: è questa la condizione che accomuna molte coppie conviventi.
Possono le coppie di fatto vivere una vita serena e sicura anche sotto il profilo finanziario? E come potrebbero regolarsi in materia di welfare e previdenza?
In realtà, alcuni accorgimenti sono sufficienti per vivere una vita serena e sicura sotto questi profili, anche come coppia di fatto, come ricorda Alberto Brambilla, che coordina il Centro Studi e Ricerche di Itinerari Previdenziali, l’ente organizzatore della Giornata Nazionale della Previdenza e del Lavoro (GNP), evento nazionale che da sei anni porta in piazza le tematiche relative alla pensione, al lavoro e alla salute (la prossima edizione è in programma a Napoli, in Piazza del Plebiscito, dal 10 al 12 maggio).
Brambilla risponde a queste domande e offre alcuni preziosi consigli per navigare sicuri anche al di fuori del matrimonio, che ben si adattano a quelle che sono le esigenze della coppia man mano che la convivenza, ed i progetti ad essa connessi, progrediscono.
Assicurazione. Una polizza assicurativa “puro rischio” può tutelare la coppia come nucleo, liquidando un rimborso nell’immediato. Ci si può assicurare per pochi anni o per un orizzonte anche ventennale, sottoscrivendo una polizza temporanea caso-morte, che può rappresentare un valido sostegno economico per il partner che, in caso di disgrazia, dovesse ritrovarsi solo. In attesa di mettere da parte un patrimonio attraverso un piano di accumulo più articolato, ed eventualmente approcciare ad altri strumenti, anche di orizzonte più lungo, il primo passo da compiere per una coppia di fatto potrebbe essere la sottoscrizione di prodotti di questo tipo. Un’assicurazione temporanea caso-morte, infatti, copre il malaugurato rischio in cui uno dei due partner dovesse decedere; ottimale è la soluzione che potremmo definire “incrociata”, ovvero la sottoscrizione di due polizze – una contratta da un coniuge, con beneficiario designato l’altro, e viceversa – in maniera tale che entrambi si coprano dall’infausto rischio.
Risparmio e previdenza complementare. In questo campo, che presenta orizzonti temporali mediamente di più lungo periodo rispetto al precedente, due sono le soluzioni adottabili: la destinazione di risorse ad un fondo pensione oppure ad una polizza di ramo I ad accumulo sulla vita. Si tratta di strumenti che aiutano a risparmiare (anche mese per mese) e ad accumulare un piccolo capitale secondo le rispettive possibilità. Ma soprattutto, a differenza di tutti gli altri prodotti di risparmio, consentono la designazione di un beneficiario che può non essere collegato al contraente da vincoli legali né tanto meno da legami di parentela, pertanto si prestano bene per quelle persone che sono conviventi, ma non coniugi o eredi diretti.
Sanità. Mentre i piani di risparmio sopraelencati procedono, e il capitale della coppia si accumula, possono porsi problemi sanitari. Per le coppie di fatto c’è una soluzione anche in termini di cure mediche, indipendente dagli strumenti di cui sopra: attraverso un fondo di assistenza sanitaria integrativa la coppia, infatti, si può tutelare tramite l’iscrizione del partner, anche non coniugato, come soggetto a carico dell’altro.
Previdenza + casa. Infine, nel caso in cui i conviventi decidessero di compiere il passo di acquistare casa insieme, possono optare per abbinare al mutuo acceso una polizza “puro rischio” che, nel caso in cui uno dei due dovesse malauguratamente decedere, copra le spese rimanenti, e in capo al defunto. Nella sostanza, questo strumento viene in aiuto alla persona che, alla scomparsa del compagno, sia rimasta sola e non sia più in grado di sostenere le rate del mutuo, col rischio di perdere l’abitazione. Tali strumenti assicurativi prevedono somme che possono rivelarsi importanti nel corso dei primi anni dalla sottoscrizione, tuttavia nel caso succedesse qualche disgrazia il partner avrebbe garantito l’acquisto della casa, e non è poco.
Quelli appena elencati, evidenzia GNP, sono strumenti che, oltre a garantire dal rischio sotteso, una volta che giungono a scadenza (e ad esempio si è diventati proprietari di casa) avranno in ogni caso consentito di mettere da parte un capitale: la casa acquistata, appunto, oppure il capitale che si è nel frattempo accumulato. La questione “previdenza” in questa maniera è risolta e si può guardare al futuro con maggiore serenità.
“Le principali soluzioni sono queste quattro – conclude Brambilla –. Questi strumenti hanno un comune denominatore: sono a beneficiario unico, che può anche non essere legato al contraente da vincoli legali o legami di parentela, e può essere sempre modificato: un ulteriore elemento a tutela della coppia”.
Fonte_ Intermedia_Channel_Il Quotidiano Assicurativo On Line_ Today News_ 14.04.2016