Autore Laura Servidio

Italia e Francia chiedono una rapida e chiara negoziazione sull’uscita del Regno Unito dall’Ue e il consolidamento dell’unione finanziaria La finanza italiana incontra quella francese.

Nei giorni scorsi, a Parigi, le associazioni e l’industria del settore (banche, assicurazioni, fondi) dei due Paesi si sono riunite in occasione del Dialogo franco-italiano
sui servizi finanziari, dove il tema centrale è stato il dopo Brexit.
I centri finanziari italiano e d’Oltralpe hanno ribadito il rammarico per la decisione del Regno Unito di uscire dall’Ue, sottolineando la necessità, ora più che mai, di un ulteriore rilancio dell’integrazione europea.

UNA POLITICA CHIARA
In particolare, riguardo al prossimo negoziato tra l’Unione Europea e il Regno Unito, sono quattro gli orientamenti su cui le parti francese e italiana convergono: la necessità di decisioni urgenti e un immediato ricorso all’art.50 del Trattato Ue, laddove una permanente incertezza della negoziazione comporterebbe un impatto estremamente sfavorevole per l’attività economica e finanziaria; la definizione di un chiaro e inequivocabile accordo che rispetti l’integrità del mercato interno; l’applicazione del regime dei Paesi terzi nei confronti del Regno Unito, come per le altre Nazioni partner dell’Ue, con conseguente perdita del passaporto europeo per le imprese con sede in Uk; la garanzia di un level playing field, in materia di regolamentazione prudenziale e supervisione da parte delle agenzie europee, con specifico riguardo alla reciprocità nell’ambito delle attività finanziarie.

Entrambi i presidenti della delegazione di Francia e Italia, rispettivamente Bernard Spitz, che presiede la Federazione francese delle assicurazioni (Ffa) e Luigi Abete, presidente della Federazione banche assicurazioni e finanza (Febaf) hanno sottolineato l’importanza del rafforzamento, per i prossimi mesi, del dialogo franco-italiano sui servizi finanziari, e la necessità di un consolidamento dell’unione finanziaria.

LE PRIORITÀ PER L’UE
Sei sono le priorità stabilite dalle rappresentanze dei due Paesi. Innanzitutto, va rafforzata l’autonomia dell’industria finanziaria europea: una delle condizioni è la restituzione del risarcimento (clearing) delle transazioni in euro in territorio Ue, così come il trasferimento di sede dell’Autorità bancaria europea (Eba).

Va, poi, rafforzata l’attrattività delle piazze finanziarie dell’Europa continentale, al fine di assicurare l’indipendenza dell’economia europea tramite il governo delle infrastrutture di mercato e il miglioramento del trattamento delle imprese finanziarie non europee sul territorio Ue, facilitando le assunzioni e il lavoro in questo settore.

Altra urgenza è quella di accelerare il Mercato unico dei capitali, con il rafforzamento degli strumenti che permettano di mobilitare, in maniera più efficace, il risparmio verso servizi finanziari d’investimento nel lungo periodo, lo sviluppo di meccanismi di finanziamento di mercato per sostenere e supportare le imprese, in particolare le piccole e le mid-cap, e il rilancio delle cartolarizzazioni con regole realmente attuabili.

È necessario poi completare l’unione bancaria attorno alla Banca centrale europea.
Ma anche frenare l’eccesso di regolamentazione e applicare, in senso stretto, il principio di better regulation, iniziando tuttavia a riflettere sulla regolamentazione dello shadow bankingInfine, bisogna finalizzare, per banche e compagnie di assicurazione, una regolamentazione prudenziale, in linea con le raccomandazioni B20, che permetta ai player finanziari di svolgere, a pieno, il loro ruolo di sostegno alla crescita e all’occupazione (in particolare quella giovanile) in Europa.

A questo riguardo, è essenziale che il lavoro in corso presso il Comitato di Basilea non comporti un aumento dei fabbisogni in fondi propri per le banche europee.
Queste raccomandazioni congiunte saranno inviate alla Commissione Europea.

Fonte_InsuranceDaily_20.07.2016_ n. 972