Non vi sarà alcuna ripresa a "V" per l’economia italiana dopo la pandemia.

Partecipando ad un seminario di “itinerari previdenziali” il presidente dell’Ivass (nonchè direttore generale di Bankitalia) Daniele Franco ha fornito una stima piuttosto scoraggiante sulla reattività dell’Italia alla sfida di covid-19.

Quale che sia il punto di caduta del Pil quest’anno (tra -9,5% e oltre il 13% negli scenari tracciati da Via Nazionale), nel prossimo biennio – ha spiegato – il recupero non andrebbe oltre il 4,8% del 2021 e il 2,4% del 2022. L’emergenza sanitaria e le misure di quarantena anti-contagio avrebbero effetti persistenti sui consumi delle famiglie, dovuti al calo di occupazione e reddito disponibile, ancorché mitigato dalle misure di sostegno messe in campo dal governo.

 «Il peggioramento delle prospettive di domanda e della fiducia delle imprese – ha affermato – inciderà sugli investimenti. E questa è forse l’eredità più pesante che affronteremo nei prossimi anni, anche perché veniamo già da un periodo in cui la dinamica degli investimenti in Italia non era stata buona». Secondo le proiezioni di via Nazionale nel secondo trimestre il prodotto nazionale dovrebbe arretrare di dieci punti: «Da maggio – ha spiegato Franco – vari indicatori sono in ripresa: i trasporti autostradali, i consumi elettrici e quelli di gas segnalano che si è avviata una ripresa dell’attività, favorita dal progressivo allentamento delle misure di sospensione».

Ma questi segnali positivi non bastano ...continua

 

Fonte Intermedia Channel