L’IVASS ha pubblicato sul proprio sito istituzionale un nuovo Quaderno – “Redditività e ciclo del settore assicurativo italiano prima e durante la crisi” – che ha esaminato i conti economici del settore assicurativo italiano prima e durante le crisi finanziarie e dei debiti sovrani degli anni 2008-2013. Il lavoro si è concentrato soprattutto sulle due principali componenti che concorrono a determinare la redditività del settore assicurativo, ovvero il conto tecnico danni e il conto tecnico vita. La disponibilità di serie storiche profonde ha inoltre consentito all’autore del Quaderno – Fabio Farabullini, Servizio Studi e Gestione Dati IVASS, Divisione Rilevazione e Gestione delle Informazioni – di sottoporre ad analisi statistica la presenza di ciclo assicurativo per il comparto danni.

“L’analisi della redditività del settore assicurativo nel suo complesso – si legge nell’introduzione all’analisi – è anche importante per l’organo di Vigilanza in quanto permette, principalmente, di acquisire indicazioni sulla capacità di produrre reddito (e per questa via di accrescere la dotazione e la robustezza patrimoniale), valutare gli impatti e l’efficacia di interventi normativi generali e di settore, individuare ipotesi di comportamenti collusivi a danno del consumatore”.

Il lavoro di Farabullini ha preso in esame i bilanci dal 1999 al 2014 delle imprese assicurative vigilate dall’ISVAP prima e dall’IVASS poi. “Il 1999 – scrive Farabullini – rappresenta un importante momento nella storia del settore assicurativo italiano: in quell’anno la produzione vita ha superato quella danni, provocando un break significativo sull’operatività e sulla redditività del settore assicurativo”.

Riassumendo le principali conclusioni dell’analisi, l’autore ha osservato come, per il comparto Danni, il risultato d’esercizio sia principalmente influenzato dall’andamento degli oneri per sinistri, mentre quello della produzione (premi incassati) sembra avere un impatto inferiore. La minore sinistrosità registrata nei periodi più recenti (anche a causa della crisi economica) ha permesso di realizzare elevati utili. Il miglioramento del risultato sembra tuttavia essersi riflesso solo in parte sulle tariffe praticate ai consumatori. L’impatto del prevedibile aumento della sinistrosità sui prezzi futuri dovrà essere adeguatamente considerato, in quanto tariffe basate su indicatori non in linea con i valori correnti potrebbero incidere sull’equilibrio economico dell’impresa o generare oneri impropri per i consumatori. L’analisi statistica preliminare analisi ha inoltre mostrato la presenza di ciclo assicurativo per il ramo Rc Auto e per il comparto danni totale.

Per quanto invece riguarda il segmento Vita, prima delle recenti crisi finanziarie il risultato della gestione vita registrava un costante andamento positivo. Durante gli anni delle crisi si sono osservate forti oscillazioni: a esercizi chiusi con elevate perdite seguono anni con elevati utili. Uno dei principali elementi che influenza il risultato reddituale della gestione Vita è rappresentato dal saldo tra le plusvalenze e le minusvalenze registrate sul portafoglio titoli. Da questo punto di vista, il ritorno a condizioni più “normali” dei mercati finanziari dovrebbe comportare un conseguente aumento dei tassi di interesse dall’attuale bassissimo livello. Le fasi di rialzo dei tassi implicano tuttavia possibili rischi di minusvalenze sul portafoglio obbligazionario delle compagnie (e sui prodotti con rischio a diretto carico degli assicurati) con conseguenti effetti negativi sulla redditività.

Questo comporta l’esigenza di particolari attenzioni alla capacità del settore assicurativo di fronteggiare i rischi dipendenti dall’andamento dei rendimenti dei mercati finanziari. “Prescindendo da giudizi di valore – scrive l’autore – l’esperienza specifica insegna che in questo caso il settore assicurativo, più che all’immunizzazione dei rischi dell’investimento, preferisce ricorrere al trasferimento degli stessi in capo ai contraenti delle polizze”. E sarebbe proprio l’incremento della quota dei prodotti con rischio direttamente a carico degli assicurati, rilevabile dai dati, a dimostrarlo.

Nel complesso, conclude Farabullini, il risultato d’esercizio è principalmente influenzato da quello della gestione vita, evidenza che si rafforza durante gli anni delle crisi in presenza di forti oscillazioni dei corsi dei titoli. I risultati più elevati sono stati però conseguiti negli esercizi in cui anche il comparto danni ha registrato utili elevati “a testimonianza della rilevanza di questo comparto da un punto di vista sia dimensionale che reddituale”.

Fonte: Intermedia Channel_Il Quotidiano Assicurativo Online_27.11.2015